Casin. 175
La più antica copia della Regola
Il codice cassinese 175 detiene due primati: è la più antica copia del commento alla Regola e il più antico esemplare illustrato della Regola di San Benedetto.
Risale al X secolo uno dei manoscritti cassinesi più notevoli: il codice 175, contenente il testo della Regola di san Benedetto, un commento alla Regola e una serie di testi su storie, consuetudini e tradizioni liturgiche della comunità. Il Casin. 175 non è la più antica testimonianza della Regola, conservata invece presso la Bodleian Library a Oxford, il codice Hatton 48, risalente ca. ai secoli VII-VIII, priva tuttavia di illustrazioni. Ma vanta due primati: è il più antico commento alla Regola conosciuto – ritenuto a lungo, in passato, opera di Paolo Diacono – e il più antico manoscritto illustrato della Regola.
IL CODICE IN BREVE
Casinense [= Casin.] 175
Tema: Comm. in regulam S. Benedicti; Monumenta plura ordinis monastici; Chronica S. Benedicti et alia nonnulla
Soggetto: codice miscellaneo (testo della Regola di San Benedetto, commento alla Regola, testi cronachistici)
Tipologia: manoscritto membranaceo
Cronologia: 914-934 ca.
Caratteristiche: 300 x 230; pp. 590; in scrittura beneventana su due colonne; rubriche in rosso, iniziali dei capitoli in vari colori
Collocazione attuale: Montecassino, Archivio dell’Abbazia
“Il codice-monumento della storia cassinese”
Il manoscritto miniato in lingua latina è opera dello scriptorium di Capua, dove i monaci cassinesi hanno trovato rifugio in seguito alla distruzione del complesso monastico compiuta dai saraceni il 4 settembre 883. Allestito al tempo dell’abate Giovanni I (914-934), restituisce un prezioso spaccato della vita del cenobio cassinese, e riferisce delle prime consuetudini e tradizioni liturgiche del monastero.
Le decorazioni del Casin. 175
In apertura, il codice è decorato con un’immagine di san Benedetto e dell’abate Giovanni di Capua (p. 2). L’abate Giovanni – a destra – è ritratto nell’atto di consegnare al fondatore il codice della Regola; il capo è circondato da un nimbo squadrato. San Benedetto, ispirato dall’angelo, entrambi con il capo circondato da aureola, riceve il codice e nello stesso tempo lo benedice. Una scena di dedica che più tardi altri abati sceglieranno in apertura dei codici. Nel prologo della Regola, nella carta seguente (p.3), il miniatore realizza una iniziale O istoriata con la Maiestas Domini: Cristo è raffigurato in trono, circondato dai simboli degli evangelisti.