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I monaci di Montevergine
custodi della Santa Sindone

Durante il secondo conflitto mondiale, il Santuario dell’Abbazia di Montevergine ha custodito e protetto la Santa Sindone.

Pochi sanno che poco più di un secolo fa la Santa Sindone ha lasciato Torino e trovato temporaneamente ospitalità presso l’Abbazia di Montevergine, in provincia di Avellino. È accaduto negli anni Trenta-Quaranta del Novecento, quando l’Italia si apprestava ad entrare nel secondo conflitto mondiale. Casa Savoia, custode della preziosa reliquia, decide di adottare misure precauzionali e trasferirla in luogo sicuro. Per proteggere il “sacro lenzuolo” che, secondo la tradizione, avrebbe avvolto il corpo di Gesù deposto nel sepolcro, la cassa d’argento nella quale è ripiegato viene in un primo tempo trasportata a Roma, al Quirinale. Tuttavia, né il palazzo né il Vaticano appaiono luoghi sufficientemente sicuri in caso di bombardamenti.

[…] Premesso che per misure precauzionali, atteso l’attuale stato politico internazionale, si è riconosciuta l’opportunità di trasferire in luogo più sicuro di quello dove viene abitualmente custodita e venerata la Reliquia della SS. Sindone in Torino, nella sua Cappella omonima dentro il Palazzo Reale, si è scelto all’uopo, per altissimo suggerimento, come luogo che offre le maggiori garanzie di sicurezza e di incolumità, il detto Santuario di Montevergine. [dal Verbale di consegna e di deposito temporaneo della Sindone]

Torino, Roma, Avellino

La decisione di portare la Santa Sindone a Montevergine risale al 1939: il 7 settembre il cardinal Montini (futuro papa Paolo VI) chiama a Roma l’abate Ramiro Marcone per comunicargli la decisione; il 25 settembre la reliquia è portata a Montevergine. La notizia è segreta e i fedeli e gli stessi residenti dell’Abbazia – con l’eccezione dell’abate Marcone e di pochi altri monaci – non ne sono a conoscenza. La cassa contenente il sacro lenzuolo è posta sotto l’altare del Coretto da notte del cenobio, pregevole manufatto ligneo del Seicento, e vi rimane fino alla fine della guerra.

L’ostensione della Santa Sindone a Montevergine

Nel 1946, si mette a punto il piano per il trasferimento della Santa Sindone, nel frattempo passata sotto la custodia del Papa e affidata alla cura del vescovo di Torino, nella cappella della Real Casa, nel capoluogo subalpino. I monaci di Montevergine esprimono il desiderio di vedere la cassa con il sacro telo prima che lasci l’Abbazia. Prima della partenza della preziosa reliquia, nella notte tra il 28 e il 29 ottobre 1946, alla presenza di Maurilio Fossati, cardinale arcivescovo di Torino, del custode della Sindone, mons. Brusa, del priore di Montevergine Roberto D’Amore, i monaci e alcuni amici della comunità si procede con la solenne ostensione della Sidone. All’eccezionale evento è dedicato il volume a cura di Giovanni Mongelli, La Sacra Sindone a Montevergine e la sua ostensione il 28-29 ottobre 1946 (Montevergine, 1973).