La biblioteca
di Montevergine

Dalla piccola raccolta di codici del santuario di Montevergine alla grande biblioteca attualmente collocata presso il Palazzo abbaziale di Loreto: la storia dello straordinario patrimonio librario dei monaci verginiani del Monte Partenio dal XII secolo ad oggi.

Il primo scriptorium verginiano

Le origini del patrimonio librario dell’Abbazia di Montevergine si rintracciano nella prima biblioteca del cenobio raccolto intorno a Guglielmo da Vercelli sul Monte Partenio. La regola della nuova famiglia monastica verginiana abbraccia al codice benedettino: alla comunità servono testi per la liturgia e lo studio. Sin dal XII secolo vengono allestiti uno scriptorium e una biblioteca, per la trascrizione e raccolta di codici; una tradizione che si consolida nel corso del Duecento. Tra gli antichi codici riconducibili allo scriptorium di Montevergine si annoverano il Cod. 1, la Legenda de vita et obitu sancti Guilielmi confessoris et heremitae; il Cod. 2, raccolta di scritti dei padri della Chiesa, San Basilio, Evagrio e San Cesareo.

Nuovi manoscritti e libri a stampa a Montevergine

Nel corso dei secoli, la biblioteca di Montevergine si arricchisce di nuovi codici acquisiti o copiati nella stessa abbazia: breviari, salteri, messali, libri d’ore, come il Cod. 12, Psalterium Davidis, con splendide miniature ispirate a episodi dell’Antico e Nuovo Testamento, e il Cod. 10, Liber Horarum, con eleganti cornici floreali, entrambi del XV secolo. Con la rivoluzione di Gutenberg, giungono a Montevergine i primi libri a stampa. L’incremento della collezione di libri a stampa – inizialmente collocata nella sala dello scrittorio del santuario, poi spostata in una stanza dedicata – è repentino. Gli stessi monaci di Montevergine promuovono la stampa di volumi sulla liturgia, la storia, le consuetudini e le tradizioni dei verginiani, come il Breuiarium secundum usum inclyti Caenobii Montisvirginis, ordinis diui patris Benedicti… (Venezia, 1555).

Gli elenchi raccolti nel corso dell’inchiesta sulle biblioteche religiose promossa in seguito alla pubblicazione dell’Index librorum prohibitorum da parte di papa Clemente VIII (1596) possono far intravedere l’estensione della raccolta del monastero di Montevergine (Vat. Lat. 11313). Nell’elenco, si contano infatti centinaia di titoli: bibbie, testi liturgici, la vita del fondatore San Guglielmo, opere di autori classici e molti testi in volgare come il Catechismo, cioè Istruttione secondo il decreto del Concilio di Trento, a’ parochi, publicato per commandamento del santiss. s.n. papa Pio V. Et tradotto poi per ordine di S. Santità in lingua volgare (Venezia, 1574) oppure il Dittionario volgare italiano (Venezia, 1576).

Gli inventari della biblioteca in età moderna

Per un breve periodo, alla fine del Seicento, i monaci verginiani ospitano presso il Palazzo abbaziale di Loreto la tipografia dell’editore napoletano Camillo Cavallo, che aveva lasciato la città per sfuggire all’epidemia di peste. Tra il XVII e il XVIII secolo si compilano i primi importanti inventari dei beni posseduti dalla biblioteca dei monaci di Montevergine. Il primo tentativo, risalente al 1694; redatto dal padre Urbano di Martino, registra la presenza di 1.462 volumi di argomento biblico, liturgico, libri di filosofia, diritto, letteratura, storia, oltre a volumi miscellanei. Pochi decenni dopo, si inaugura la rinnovata biblioteca del santuario di Montevergine, allestita in un salone più ampio (1721). Nel 1763, un nuovo inventario presenta la consistenza del patrimonio librario attraverso un elenco puntuale – sebbene parziale – dei volumi secondo l’ordine delle scaffalature che le ospitano. Alla fine del XVIII secolo, parte della raccolta della biblioteca verginiana del monastero sul Monte Partenio viene trasferita presso il nuovo Palazzo abbaziale di Loreto.

La biblioteca statale annessa al monumento nazionale

Nel 1954, la raccolta libraria del santuario di Montevergine è trasferita a Mercogliano. La Biblioteca statale annessa al monumento nazionale di Montevergine ha sede nel Palazzo abbaziale di Loreto di Mercogliano; il primo direttore, padre Placido Mario Tropeano (+2008), studioso di paleografia latina medioevale, ha curato l’opera di trascrizione delle pergamene di Montevergine nel Codice Diplomatico Verginiano. Il suo patrimonio comprende 24 codici, 35 incunaboli, 1.048 edizioni del XVI secolo, oltre 200.000 volumi a stampa; l’archivio di Montevergine conserva ca. 7.000 pergamene e 100.000 documenti.

L’attività di informatizzazione dei cataloghi e di digitalizzazione dei volumi promossa dalla biblioteca consente di accedere a preziosi strumenti quali il Censimento nazionale delle edizioni italiane del XVI secolo (EDIT16), il catalogo interno alla rete nazionale SBN e il catalogo OPAC, il catalogo degli incunaboli… Nello stesso tempo, programmi di studio e valorizzazione della raccolta libraria di Montevergine presentano agli studiosi e al pubblico – attraverso mostre e pubblicazioni – lo straordinario patrimonio custodito dalla biblioteca.