Gli incunaboli della biblioteca
di Montevergine
Nella biblioteca dell’Abbazia di Montevergine sono custoditi 35 preziosi incunaboli, preziose prime edizioni stampate a Parigi, Venezia, Roma, Napoli…
Sono 35 gli esemplari di prime edizioni a stampa conservati nella biblioteca del monastero di Montevergine, presso il Palazzo abbaziale di Loreto, a Mercogliano: di preziosi volumi di argomento religioso e di liturgia, testi di autori classici, di letterati e umanisti, trattati di filosofia, storia, diritto, geografia. Il lavoro di catalogazione degli incunaboli della collezione del Monumento nazionale di Montevergine si è concluso nel 2017, con la presentazione al pubblico del prezioso strumento consultabile anche online, sul sito web della biblioteca.
Il più antico incunabolo della raccolta di Montevergine è il Commento all’Apocalisse, di Federigo da Venezia, in lingua volgare, stampato a Roma intorno al 1469. Tra gli incunaboli, anche alcuni esemplari rari, di cui si conoscono poche copie superstiti, e un volume finemente decorato, il libro d’ore Horae Beatae Mariae Virginis ad usum Ecclesiae Romanae stampato a Parigi da Philippe Pigouchet per Simon Vostre, che reca data 14 settembre 1498, con piccole xilografie che rappresentano scene di vita quotidiana e segni zodiacali.
I trattati di diritto: Baldo degli Ubaldi e Bartolo da Sassoferrato
La raccolta libraria della biblioteca Statale annessa al Monumento nazionale di Montevergine include rari incunaboli di argomento giuridico, opera dei giureconsulti dello Studium perugino Bartolo da Sassoferrato e Baldo degli Ubaldi. Il più antico è l’edizione del Circa materiam statutorum, opera di Baldo degli Ubaldi con le Contradictiones di Bartolo da Sassoferrato, stampato nella città umbra da Petrus Petri de Colonia intorno al 1475. L’edizione napoletana del Repertorium super omnibus lecturis suis di Bartolo da Sassoferrato – che si deve agli stampatori Sixtus Riessinger e Francesco del Tuppo – è datata invece 6 marzo 1477; si conosce solo un’altra copia di questa edizione, collocata presso la Biblioteca Comunale degli Intronati di Siena. Infine, si trova a Mercogliano anche una delle due copie superstiti del Repertorium constitutionum Regni Siciliae di Andrea da Isernia, stampato a Napoli dallo stesso Francesco del Tuppo nel 1479.
Il più antico incunabolo della raccolta di Montevergine è il Commento all’Apocalisse, di Federigo da Venezia, in lingua volgare, stampato a Roma intorno al 1469. Tra gli incunaboli, anche alcuni esemplari rari, di cui si conoscono poche copie superstiti, e un volume finemente decorato, il libro d’ore Horae Beatae Mariae Virginis ad usum Ecclesiae Romanae stampato a Parigi da Philippe Pigouchet per Simon Vostre, che reca data 14 settembre 1498, con piccole xilografie che rappresentano scene di vita quotidiana e segni zodiacali.
La circolazione delle prime edizioni a stampa: l’Imitatio Christi, 1497
Con legge di soppressione delle congregazioni e degli ordini religiosi è giunta presso la Biblioteca nazionale centrale di Roma l’esemplare di un diffuso testo di letteratura devozionale, l’Imitatio Christi, già conservato presso la biblioteca dell’Abbazia di Montevergine. Stampato a Firenze da Johannes Petri, reca data 10 novembre 1497. Non si conosce invece la data di ingresso del volume nella raccolta libraria del monastero, dove fu trasferito da biblioteche di privati. Al XVII secolo, risale il passaggio dalla raccolta libraria del monastero di Montevergine alla biblioteca privata romana del cardinal Girolamo Casanate di un incunabolo di argomento agiografico datato intorno al 1477. Il Sanctuarium sive Vitae Sanctorum fu stampato a Milano da Bonino Mombrizio e oggi si trova presso la Biblioteca Casanatenese.