Le porte in bronzo
della chiesa abbaziale
Preziosi manufatti dell’artigianato bizantino, le porte bronzee della cattedrale di Montecassino risalenti all’XI secolo hanno superato (quasi) indenni terremoti e bombardamenti.


Colpito dalla bellezza dei battenti bronzei della cattedrale di Amalfi, intorno al 1066 l’abate Desiderio – impegnato a quel tempo nel rinnovamento architettonico del complesso monastico – ordina la costruzione di una nuova porta per la basilica di Montecassino. È il monaco cassinese Leone Marsicano a raccontarlo nella Chronica monasterii Casinensis, testo nel quale l’autore non omette quanto accade pochi anni più tardi, quando il prezioso manufatto giunge a destinazione: la porta è troppo piccola:
Videns autem tunc portas aereas episcopii Amalfitani, cum valde placuissent oculis eius, mox mensuram portarum veteris ecclesiae Constantinopolim misit, ibique illas ut sunt fieri fecit. Nam nondum disposuerat ecclesiam renovare, et ob hanc causam portae ipsae sic breves effectae sunt, sicut hactenus permanent»
- Vedendo allora le porte in bronzo della cattedrale di Amalfi, poiché piacevano molto ai suoi occhi, a misura della vecchia chiesa [di Montecassino] mandava a Costantinopoli le misure delle porte, e là le faceva costruire. Poiché nel frattempo si dispose una ristrutturazione della chiesa, nel fare la quale si lasciò un’apertura per la porta maggiore, tale per cui la porta risultava più piccola, come appaiono ancora oggi.
La porta risulta infatti di dimensioni ridotte rispetto al varco di accesso alla nuova basilica, costruita sulle fondamenta di quella altomedievale dei tempi di Gisulfo (797-817), voluta da Desiderio e consacrata da Papa Alessandro II nel 1071.
Manifattura bizantina e artigianato locale
Sono i maestri delle fonderie di Costantinopoli a forgiare le formelle che compongono la prima porta della chiesa abbaziale di Montecassino. Ma già in epoca medievale, la porta di Desiderio subisce rifacimenti e restauri per volere dell’abate Oderisio II (1124 ca.), frutto del lavoro di artigiani locali. Così, se oggi della porta desideriana rimangono i due pannelli di dedica al “finanziatore” Mauro e le quattro formelle con le croci, al periodo oderisiano si possono far risalire molti dei pannelli con la lista dei possedimenti cassinesi. E le nove formelle figurate con le immagini dei patriarchi e degli apostoli poste sul retro di alcuni dei pannelli con iscrizioni? Gli esperti discutono a tutt’oggi dell’omogeneità/disomogeneità di stili, di contenuto e quindi di provenienza, per alcuni bizantino-costantinopolitana per altri locale.
Una “porta-documento”: i diritti abbaziali
Sotto molti punti di vista, la porta di accesso principale alla chiesa cassinese è una “porta-documento”, che restituisce la storia dei successivi interventi e, insieme, la storia stessa del cenobio. È una porta “rappresentativa”, che afferma il prestigio dell’abbazia di Montecassino attraverso un elenco dei possedimenti del monastero e delle chiese dipendenti, in un periodo nel quale l’espansione territoriale e patrimoniale dell’abbazia consolidata nei decenni precedenti inizia ad essere insidiata. Oggi, la porta bronzea, recuperata attraverso il restauro del 1951, è uno dei pochi elementi superstiti del complesso abbaziale di Montecassino dell’XI sec., raso al suolo e ricostruito nel XIV sec., in seguito ad un terremoto devastante, e nel 1944, nel corso di un pesante bombardamento alleato. Ispirata ai battenti dell’ingresso della chiesa di Amalfi, la porta bizantina della basilica di Montecassino è stata a sua volta fonte di ispirazione per analoghi manufatti realizzati per la chiesa di San Clemente a Casauria e il duomo di Benevento.
