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L’origine della
scrittura beneventana

La scrittura beneventana, originaria della Langobardia meridionale, si diffonde dalla fine dell’VIII secolo nel ducato di Benevento e nel circuito dei centri benedettini.

Isidoro, Sententie, sec. VIII, Casin. 753, pp. 158-159, Archivio dell'Abbazia di Montecassino

La scrittura minuscola in uso per circa cinque secoli nell’Italia meridionale che va sotto il nome di “beneventana” – di cui l’abbazia di Montecassino è uno dei maggiori centri di diffusione – si sviluppa a partire dall’VIII sec., fiorisce e si afferma tra il X e l’XI sec. e cade in disuso verso la fine del XIII. Benché l’area di sviluppo sia circoscritta all’antico ducato di Benevento, l’uso della littera beneventana si riscontra nel territorio dell’Italia del Sud e, sull’altra sponda dell’Adriatico, in Dalmazia, nel circuito dei centri benedettini. Prima di essere soppiantata dalla ordinaria minuscola carolina, la scrittura beneventana è usata nei centri monastici da Montecassino a Cava, da Capua a Benevento, e poi a Napoli, Salerno, Bari e non solo.

Caratteristiche della scrittura beneventana

A distinguerla da altri tipi di scrittura coevi, il tratteggio fluido, le lettere – a forme rotondeggianti – accostate tra loro, le tipiche “a” e “t” (diverse, ad esempio, dalla scrittura carolina), la “i” alta e le sue particolari legature quando preceduta dalle lettere “e”, “f”, “g”, “l”, “r”, “t”, oltre alle particolari legature della lettera “t”. Inoltre, la scrittura beneventana presenta abbreviazioni e una punteggiatura caratteristici, ad esempio, con forme particolari nell’uso del punto fermo (due punti separati da una virgola) e del punto interrogativo.

Manoscritti in beneventana

Un consistente nucleo di manoscritti in beneventana giunti fino a noi comprende libri di grammatica, come il prezioso codice 299 custodito nell’abbazia di Montecassino, contenente l’Ars grammatica di Ilderico (IX secolo). Siamo debitori dei copisti cassinesi: alcuni classici latini ci sono pervenuti unicamente in scrittura beneventana, come il De lingua latina di Varrone. Ma in scrittura beneventana troviamo anche manoscritti di medicina, di teologia, di storia (Historia Francorum di Gregorio di Tours), di argomento liturgico. La biblioteca di Montecassino conserva oggi 232 manoscritti in beneventana, buona parte dei quali è stata compilata proprio nel suo scriptorium.