Abbazia di
Casamari
Alla metà del XII secolo, alcuni monaci provenienti da Clairvaux sostituirono la prima comunità di benedettini che si era insediata nei pressi della Cereatae romana, sulla via che collega Sora a Frosinone. Si costituì così un importante centro monastico cistercense e si diede il via alla costruzione di una grande abbazia, con il sostegno dei papi Innocenzo III e Onorio III e dei sovrani svevi, vivacizzata dalla presenza di religiosi eruditi, come Gioacchino da Fiore. Nel XVIII secolo fu introdotta la riforma trappista, che promosse un risveglio culturale e spirituale, ma che non riuscì a impedire la spoliazione del patrimonio archivistico e librario, iniziata nei secoli precedenti e proseguita dopo le soppressioni ottocentesche, di cui rimane traccia nell’odierna Biblioteca Statale del Monumento Nazionale di Casamari.
La fondazione del monastero benedettino di Cereatae Marianae, sulle fondamenta di un tempio pagano, dedicato a Marte, risale alla prima metà dell’XI secolo. Il primo gruppo di monaci insediatosi nel territorio dell’antico insediamento romano nei pressi di Arpino intorno al 1036 era costituito da seguaci del benedettino Domenico da Foligno.